Marisa Fontana
Anciennes vignes émiliennes
Anciennes vignes émiliennes
48012 Bagna Cavallo
Ravenna
347.9561023
marisa47@alice.it
Ravenna
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marisa47@alice.it



Marisa Fontana est chercheuse, passionné, oenologue et expert des vignobles et des vins locaux. Originaire de Romagne, consacre sa vie à la récupération des vignes de l'ancienne tradition locale tant d'un point de vue agronomique qu'œnologique, fornendo suggerimenti ad agricoltori e cantine per la coltivazione delle uve e la loro trasformazione in vini unici. Avec son aide, avec la Province de Parme, il a été possible d'insérer des vignes presque disparues dans le Registre National des Variétés de Vigne: la Malvasia Casalini et la Termina blanche (Passeretta). Les travaux menés ces dernières années ont permis d'identifier et de caractériser ces cépages aussi particuliers que peu productifs, qui pour cette raison avait été abandonnée. Le terminus (les cépages rouges et blancs) c'est un raisin avec des baies petites et sans pépins, très sucré et savoureux, à tel point qu'autrefois ils étaient également très appréciés comme raisins de table et de séchage. Le Casalini Malvasia ou Malvasia Odorosissima, elle était cultivée à Parme avant même la Malvasia di Candia Aromatica. Cépage autrefois réputé pour son parfum et son arôme (d'où le nom Odorosissima), il a été supplanté justement parce qu'il n'était pas très productif. Marisa si occupa dello studio e della valorizzazione di questi antichi vitigni locali nella speranza che qualche viticoltore li voglia “adottare” per rilanciarli nel mondo dell’enologia. Un vino diverso, donc, per ogni paese italiano. Ma non solo perché fatto da uve diverse, ma anche perché il terreno, il clima e il cantiniere sono diversi. Un patrimonio di biodiversità che rende l’Italia il paese più biodiverso del mondo.
Antichi vitigni
Emiliani
Emiliani
L’Italia è uno dei paesi al mondo con la maggiore biodiversità di vitigni autoctoni: se ne contano dai 300 ai 400 e ogni anno le ricerche ne svelano continuamente di nuovi.
Anche a Parma era presente questa biodiversità territoriale. Nella zona della Bassa c’era il Lambrusco Maestri e il Trebbiano Parmigiano, verso San Secondo si coltivava invece la Fortana, Maiatico di Sala Baganza era invece noto per la Malvasia Odorosissima. Spostandoci verso la montagna era molto diffusa nella zona di Borgotaro, Bedonia ed Albareto il Galuson, la Metica, il Varàn e il Monfrà. Differenti erano invece i vitigni che erano diffusi nella zona di Neviano e di Traversetolo come la Nigrèra, Rosèra, Monterosso.
Nella prima collina, tra le altre era molto diffusa la Termarina, caratteristico vitigno a bacca senza semi sia bianca che nera.
À Rivalta, dans le parc rural, da alcuni anni è presente un vigneto sperimentale, autorizzato dalla Regione Emilia Romagna, e realizzato da Mauro Carboni, in collaborazione con l’Istituto Tecnico Agrario Bocchialini di Parma, in cui trovano collocazione la maggior parte di questi vitigni a forte rischio di estinzione.
